lunedì 2 marzo 2009

IL PAPA SCOMUNICATO

di Gérard Bessières
FUORI DALLA COMUNIONE DELLA CHIESA: LÀ UN SACERDOTE FRANCESE RELEGA IL PAPA DOPO LA REVOCA DELLA SCOMUNICA AI LEFEBVRIANI.

Gérard Bessières, autore di questa lettera inviata alla rivista francese “Témoignage Chrétien” (5/2/2009), è  un prete .

È enorme, è vero, sproporzionato rispetto alla mia umile persona! Ma è bene che lo confessi, non posso nasconderlo agli amici: ho scomunicato Benedetto XVI. Proprio quando lui aveva appena ritirato la scomunica ai vescovi integralisti…!Non mi prendete sul serio? Eppure è vero. Che cosa è successo? A fine gennaio, quando Roma ha reintegrato questi quattro vescovi scismatici senza tenere in gran conto il loro rifiuto del rinnovamento dell’ultimo concilio, del riconoscimento della libertà religiosa, dell’ecumenismo, dell’apertura al mondo, e non vado oltre, ho smesso di nominare il vescovo di Roma nella preghiera eucaristica.Notate che non l’ho inventato io un simile silenzio. Nelle Chiese antiche – sentite come sono portato verso la Tradizione – quando c’erano delle zuffe, spesso passeggere, si smetteva di fare menzione durante la messa dei compagni con cui si era in lite. Li si nominava di nuovo quando si erano sistemate le cose. Dunque non gridolini ipocriti, non sospiri verso l’unità, ma dichiarazioni nette di disaccordo fino a che tutto fosse chiarito.Allora ho fatto lo stesso.E poi, quando è troppo è troppo. Dopo la gaffe di Ratisbona, la nomina a Varsavia di un arcivescovo (mons. Stanislaw Wielgus, ndt) ex informatore della polizia comunista, che ha dovuto licenziare sulla soglia della cattedrale, la creazione di un priorato per quattro preti integralisti in barba all’arcivescovo di Bordeaux, la possibilità offerta a questi integralisti dipendenti direttamente da Roma di aprire un seminario (cosa che rivelava, dietro i richiami tremolanti all’unità, una strategia di restaurazione di una Chiesa “all’antica”), ecco che si fanno ancora delle avances ai discepoli ostinati di mons. Lefebvre!Toglierò un giorno la scomunica? Servirebbero dei segni concreti di pentimento e di fedeltà agli orientamenti del Vaticano II.Purché non io mi faccia trattare da scismatico… Ma può darsi che in quel momento, ci si occuperà di me, mi si incoraggerà a celebrare la messa nella lingua della mia vita, con la gente, senza volgere loro la schiena, può anche darsi che ci si preoccuperà della loro libertà di coscienza, che condivideranno le loro attese, quali che siano la loro religione, le loro convinzioni e i colori delle loro anime. Volgendosi risolutamente verso il futuro! Con qualcuno, un ebreo, che sembra un po’ dimenticato a Ecône e che non parlava latino: Gesù.
Articolo tratto da ADISTA

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