venerdì 20 aprile 2007

Cattolici, omosessuali e l'ipocrisia dei perbenisti

LA LETTERA

Ho assistito ad una festa di carnevale, grandiosa e sfavillante: la chiesa era gremita di ospiti ben truccati, tutti indossavano maschere d'ordinanza d'ipocrisia e perbenismo, gli amici all'ingresso sono rimasti sospesi fra sigarette, risate, casino.

La sposa, fasciata in un abito bianco di pizzo e merletti che tradiva una straripante gravidanza, era bellissima. Lo sposo, scottato da una lampada di troppo, era perfetto: labbra lucide, muscoli guizzanti valorizzati da un completo elegante ma non rigoroso o austero, sopracciglia così sottili da farlo sembrare un emulo della più memorabile Oxa anni '80.

È andato in scena l'ennesimo matrimonio etero, in una chiesa cattolica intrisa di malinconia, fra ossimori e contraddizioni stridenti. Qui c'era una creatura in arrivo, e allora si poteva perdonare qualunque cosa: la convivenza che ha preceduto la cerimonia, il sesso e i suoi vistosi frutti, l'imbarazzante incoerenza con la morale sessuale predicata dai preti. A detta dei miei amici - i due sposi - durante il corso per fidanzati erano venuti in contatto con numerose coppie che convivevano e, udite udite, con nuclei che non avevano la minima intenzione di diventare riproduttivi. Perché scegliere il matrimonio in Chiesa? Semplicemente perché è "bello", in un colpo solo si accontentano genitori e parenti, ci si diverte con gli amici, è una tradizione, si ricevono regali e soldoni. Wow. E la fede? E la coerenza con le promesse proferite davanti a Dio? Nel silenzio dell'abitacolo della mia auto, mentre mi dirigevo verso il ristorante, riflettevo sui "sedicenti" cattolici con cui lavoro, fianco a fianco, in ufficio.

Uno ha l'amante (lo sappiamo tutti - anche la moglie - non vuole figli... chi lo conosce dice "per fortuna") ed è un paladino delle belle tradizioni venete. Uno va a Messa tutte le domeniche, vota la Lega, frequenta con gioia e soddisfazione tutti i privée della provincia di Treviso ma a volte si spinge pure in Friuli, tanto a casa con i figli c'è la moglie.

Il titolare è sposato, ha avuto un figlio, super programmato, arrivato fra un'auto sportiva e una casa al mare. Non lo vede mai. Alla moglie ha preferito una splendida ventenne dell'est. Ha visto il Papa in piazza San Pietro.

La meta era lontana, il traffico sostenuto, c'era il tempo per altre riflessioni. Pensavo ai locali notturni della piccola provincia di Treviso, non bastano le dita delle mani e dei piedi per contarli tutti. Pensavo al numero di auto che spesso vedo parcheggiate all'esterno dei night per "scambisti" nelle mie scorribande notturne, tradiscono un numero di avventori considerevole. Pensavo alle schiave del sesso sulla Pontebbana, sotto gli occhi di tutti. Rivivevo le code interminabili di clienti arrapati: sono solo buoni padri di famiglia. Ricordavo le ridicole ronde leghiste e le loro manifestazioni di sdegno per il fenomeno, ricordavo le battute dozzinali sul "celodurismo" imperante e non riuscivo a non pensare alla contraddizione di una provincia fatta di Chiese, privèe e partiti che senza alcuna consistenza cavalcano l'onda della paura, del pregiudizio, dell'aggressività verbale, senza fare nulla di concreto. I muri vicino alla mia casa sono sempre imbrattati da un "W La Lega", "W Forza Nuova contro gli immigrati", ma ogni volta che leggo le scritte una laica preghiera di dolore corre ai poliziotti che ogni domenica restano feriti o uccisi negli stadi, nel tentativo di arginare i danni di curve decisamente troppo pericolose, al limite della legalità...

Ripensavo pure al mio sabato più recente in discoteca e non riuscivo a non essere angosciato: schiere di giovanissimi che consumano alcol e droga senza alcun ritegno. Che siano i figli delle famiglie perbene o che li abbiano spediti i marziani? Chissà...

Infine, un pensiero andava al giovane adolescente torinese che, non riuscendo a sostenere lo stress dell'insulto e della prevaricazione continua, ha scelto di morire. Tornando ai tempi in cui ho frequentato il liceo devo dire che le cose non sono cambiate, anch'io volevo morire, per lo stesso motivo del torinese studioso e perbene. Con l'unica differenza che le battute dei compagni non erano nulla in confronto alla prevaricazioni verbali e di giudizio sui meriti, perpetrate da alcuni insegnanti. Il ristorante si avvicinava, ma restano troppe domande senza risposta.

Perché l'80\% delle coppie sceglie ancora oggi il matrimonio in chiesa ma poi non è coerente con i dettami cattolici? Perché non si riproducono loro invece di alimentare sprezzanti giudizi sulle coppie laiche o non tradizionali che in coerenza con la loro identità e la consapevolezza di se non vogliono essere genitori? Perché i cattolici, nella vita di tutti i giorni, non mettono in pratica i precetti di amore cristiano, tolleranza, lealtà propri della loro religione? Perché la Lega e i partiti di destra, invece di sottolineare un'eventuale e mai riscontrata inadeguatezza delle coppie omosessuali ad essere genitori, non fanno un'analisi attenta e precisa dei fallimenti educativi perpetrati dalla "famiglia tradizionale"? La vedo soltanto io la leggerezza con cui le nuove generazioni consumano alcol, droga, sesso a pagamento? Perché la gerarchia ecclesiastica, invece di dare informazioni false e cariche di disprezzo su chi vive una sessualità non omologa alle abitudini etero/fasciste di cui il clero è rappresentante, non chiede semplicemente maggiore coerenza ai suoi "fedeli"? Di corsa, tutti al family day... ma la famiglia "tradizionale" esiste ancora? E poi, signore donne, svegliatevi!: molti dei vostri maritini, tra una partita di calcetto e il pretesto delle sigarette sapete dove vanno?! Nei locali gay, a fare sesso, ad innamorarsi di altri uomini, a dimenticare l'ipocrisia e la noia in cui li avete imbrigliati!

Amen.

Lettera firmata

Il Gazzettino, Domenica, 15 Aprile 2007

1 commento:

Corrado ha detto...

Il Natale, la festività più sentita e più attrattiva per i più piccoli, ma
anche per gli adulti è ormai alle porte, portando con sé come di
consuetudine, un messaggio di pace e serenità.

Ma di serenità quest' anno non ne ha portata, o perlomeno non a me che vivo
una situazione disagiata e precaria dal momento in cui sono rimasto senza
lavoro.

Ma di questo non mi va di parlarne, però un regalo l' ho ricevuto e con una
settimana d' anticipo; un' ingiunzione di sfratto.

Quello che mi lascia perplesso è che l' appartamento di Dalmine. dove tutt'
ora vivo appartenga alla Curia (quindi alla Chiesa), la quale pur essendo
al corrente della situazione economica nella quale perversa la mia famiglia,
non si è posta nessuno scrupolo ad agire per vie legali, per poter ottenere
l 'onere d' affitto che da alcuni mesi non sono più stato in grado di
corrispondere.

Ogni' uno tragga le proprie conclusioni, io proprio non sono nell' animo
giusto per poterlo fare.

Buon Natale!