venerdì 13 febbraio 2009

Firma online la petizione tedesca contro la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani

«Per il riconoscimento incondizionato delle risoluzioni del Concilio Vaticano II»

 La revoca pontificia della scomunica dei vescovi della Fraternità tradizionalista S. Pio X, resa nota il 24 gennaio 2009, ha per i sottoscritti il significato della riammissione di persone che si sono riconosciute e ancora si riconoscono apertamente avversari delle riforme avviate con il Concilio Vaticano II.

Di fronte alle esternazioni antisemite e alla negazione dello sterminio nazista degli ebrei da parte del vescovo Richard Williamson e dei suoi seguaci condividiamo l’indignazione delle nostre sorelle e dei nostri fratelli di fede ebraica. Prendiamo inoltre atto del fatto che l’atteggiamento della Fraternità S. Pio X nei confronti dell’ebraismo, nella sua globalità, non corrisponde alle esigenze avanzate dal Concilio relativamente al dialogo ebraico-cristiano. Accogliamo con soddisfazione le dichiarazioni in questo senso della Conferenza Episcopale Tedesca e del Zentralkomitee der Deutschen Katholiken [«Comitato centrale dei cattolici tedeschi»], così come le chiare prese di posizione della Conferenza Episcopale Francese e di altri vescovi.

I sottoscritti ritengono essere un segnale non casuale il fatto che papa Benedetto XVI abbia compiuto questa revoca in diretta prossimità temporale – con tutto il suo simbolismo – con il cinquantesimo anniversario dell’annuncio della convocazione del Concilio Vaticano II da parte di papa Giovanni XXIII. Questo passo indietro fa temere che alcuni settori della Chiesa cattolica si chiudano a riccio su posizioni di rifiuto completo di ogni modernità. Un passo indietro con cui si consente a questi settori della Chiesa cattolica romana – accanto a molti altri – di rifiutare apertamente lo spirito e la lettera di significativi documenti del Concilio Vaticano II, come il decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio, la dichiarazione sulle religioni non cristiane Nostra Aetate, la dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae e la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes. Attualmente non è possibile prevedere l’entità delle gravi conseguenze di questa decisione per la credibilità della Chiesa cattolica romana. Ma con ogni probabilità il prezzo da pagare sarà molto alto.

Con tutto il rispetto verso gli sforzi del papa tesi all’unità della Chiesa, ci sembra particolarmente scandaloso che il nuovo riavvicinamento del Vaticano a questo movimento tradizionalista e scismatico sia avvenuto, con tutta evidenza, senza formulare alcuna precondizione. Ancora nel giugno 2008, in occasione del ventesimo anniversario della scomunica di Lefebvre, la fraternità sacerdotale rifiutò l’esortazione della Santa Sede alla riconciliazione teologica e politico-ecclesiale, non ottemperando all’invito di Roma a sottoscrivere una dichiarazione in cinque punti con le condizioni per una possibile reintegrazione nella Chiesa romana.

Il ritorno alla piena comunione con la Chiesa cattolica può essere possibile soltanto se le risoluzioni del Concilio Vaticano II verranno riconosciute incondizionatamente, con le parole e con i fatti, come pretende anche il motu proprio Summorum Pontificum sul rito tridentino.

Finché il Vaticano si sforzerà solamente di riportare all’ovile le «pecorelle smarrite» dei settori tradizionalisti della Chiesa, senza rimuovere anche altre scomuniche, senza rivedere gli interventi nei confronti di teologhe e di teologi riformatori e senza essere disponibile al dialogo con tutte le aree che nel mondo si impegnano per la riforma, la barca della Chiesa cattolica romana non potrà che subire pesanti sbandamenti.

Essen, 28 gennaio 2009

 Prof. Dr. Norbert Scholl, Angelhofweg 24b, 69259 Wilhelmsfeld ed altre decine di primi firmatari di teologi e cattolici di base

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