giovedì 19 febbraio 2009

Raccontare l’emergenza democratica. In Tempo.

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di 
Giulietto Chiesa

«Governa l’Italia un pirata, re d’affari: ateo come tutti i caimani, veste livrea clericale; da trent’anni spaccia oppio televisivo e aborre l’intelligenza, ma non sbaglia un colpo nei calcoli del tornaconto; sostenuto dai preti, occuperà i rimasugli dello Stato; perciò voleva scardinare la res judicata imponendo il nutrimento coatto con norme penali decretate d’urgenza. Dal Quirinale arriva un avviso: l’eventuale decreto non sarebbe pubblicato; e lui minaccia rendiconti plebiscitari.
Ventiquattr’ore dopo insulta il padre d’E.E. spiegando a milioni di italiani che vuol disfarsi della figlia scomoda (l’aveva già detto un monsignore); la proclama idonea a gravidanza e parto; farfuglia torvo d’una Carta da riscrivere; vuol legiferare da solo, mediante decreti, in una corte dei miracoli tra asini che dicono sì muovendo la testa»
Franco Cordero«La Repubblica», Sabato 14 Febbraio 2009

Un anno fa, quando un manipolo di giornalisti e intellettuali si riunì a Roma per lanciare l’idea di Pandora TV, parlammo di “emergenza democratica”.
Indicammo la Costituzione come il più probabile bersaglio dell’offensiva rivoluzionaria del Padrone di questo paese.
Le cose avvengono in fretta, più velocemente di quanto molti si sarebbero aspettati. Purtroppo avevamo ragione.
Ma il Padrone non si combatte con appelli. Di appelli ci siamo stufati, specie di quelli che vengono promossi da coloro che hanno legittimato il Padrone mentre diventava tale.
Il Padrone si combatte solo sul terreno dove ha vinto e dove continua a vincere: sull’informazione e sulla comunicazione. Prima che l’Italia, come dice Cordero, si trasformi in una corte di asini consenzienti. Ancora non lo è, per nostra fortuna e speranza.
fonte: Megachip

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