martedì 27 maggio 2008

Speranza

Sotto il cumulo di foglie secche
spesso c’è una gemma
che attende la luce per crescere
e regalare al mondo
i suoi colori e il suo profumo.
Ernesto Balducci

Niente da dire?

E noi? Noi cittadini abbiamo niente da dire su questa democrazia che diventa, nei confronti dei più poveri, stato di polizia? Dov’è il popolo che due anni fa accorse a votare un referendum per difendere la nostra Costituzione così fortemente impostata sui diritti umani? Dov’è il presidente della Repubblica, galantuomo come pochi altri? Dov’è l’opposizione? Dov’è il governo-ombra?

Non vedo una marea di indignazione levarsi contro la criminalizzazione di un popolo che è marcato dai segni più evidenti di un’estrema povertà ma la cui pericolosità sociale è enormemente minore di quella dipinta dai politici della destra. La Caritas, l’unica vera "esperta di umanità" nel settore, definisce "pesantemente fuorviante" il ritratto dei Rom disegnato dai mass-media. La politica "della paura", che ha avuto un peso tanto grande sui risultati elettorali, sventola statistiche false. L’Italia è un Paese più sicuro della Francia, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti. Quanto ai Rom, se la ragazzina che ha tentato di rapire una neonata, a Ponticelli, voleva davvero compiere un reato così nefando, si tratta di un caso isolato. Vi sono stati altri episodi del genere ma si sono sempre rivelati equivoci, dilatati dalla paura della gente e dai pesanti pregiudizi di cui siamo portatori.
Adista Documenti 42/2008

Anche i poeti vedono lontano

Scriveva Davide Turoldo quindici anni fa:
"Ho paura del nazismo dietro le porte.
Ho paura di questi nazionalismi, di questi rigurgiti di politiche negative.
Ho sempre combattuto contro tutto questo.
L’ho scontato con guerre che sembravano non terminare mai.
Ho paura della volgarità di questa classe dirigente".